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14 Marzo 2021

“DUTCH ANGLES” O “ANGOLI OLANDESI”: COSA SONO E COME UTILIZZARLI

Dutch-Angle-cosa-sono




Cos’è il punto di vista?

Beh, potremmo aprire un capitolo a parte su questa risposta, ma nel nostro caso specifico ti parlo di punto di vista come uno dei primi elementi da considerare quando si inizia a lavorare con le immagini.

In parole povere, il Point of view o POV, è il punto dal quale si decide di scattare la fotografia. Potremmo, semplicisticamente, definirlo come il punto in cui ti trovi o in cui scegli di posizionarti per imprimere lo scatto.

Ma non solo, è anche l’angolo, la direzione, la posizione che scegli di dare alla macchina per scattare.

Quanto sei distante dal soggetto? Sei in una posizione più in basso o più in alto rispetto a questo? E infine, c’è qualcosa o qualcuno collocata o collocato tra te e il soggetto che hai deciso di includere nella foto?

Ogni decisione che prenderai cambierà il risultato della foto.

Se però vogliamo addentrarci ancora di più nell’incredibile mondo della fotografia, un altro elemento da considerare è il modo in cui verrà scattata quell’immagine.

In questo articolo scoprirai cosa sono i Dutch Angles o, come si direbbe in italiano, gli Angoli Olandesi.

Fatta questa doverosa premessa, possiamo partire.

Let’s go!



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“DUTCH ANGLES” O “ANGOLI OLANDESI”:
COSA SONO E COME UTILIZZARLI

Punto-di-vista-in-fotografia

1) I “DUTCH ANGLES” NELLA FOTOGRAFIA

Il Dutch Angle o Angolo Olandese è una tecnica fotografica utilizzata per dare un effetto drammatico alla foto che arrivi come sentimento allo spettatore, descrivendo il disagio psicologico del soggetto che viene ritratto.

In realtà questa tecnica nasce dal cinema classico tedesco. Infatti il suo vero nome è Deutsch Angle. Il motivo per cui viene chiamato Angolo Olandese deriva da un errore di battitura.

Il popolo olandese infatti, non c’entra nulla. 😉

Per facilitare la comprensione però, anche noi lo chiameremo Dutch Angle 😉

Ma come si utilizza l’Angolo Olandese?

Il Dutch Angle si ottiene inclinando la camera in modo che l’orizzonte sia diagonale rispetto alla parte inferiore dell’inquadratura.

Come abbiamo già detto, può essere utilizzato per conferire all’immagine un effetto drammatico e aiuta a trasmettere un senso di disagio o di disorientamento, un’azione frenetica, disperata o addirittura la follia.

Ecco un esempio di Dutch Angle di una fotografia che ho scattato in uno dei miei viaggi in India.

Gli-angoli-olandesi---Francesco-Menghini

Come puoi notare, la foto di destra è inclinata di almeno 15 gradi, e devi ammettere che rispetto alla fotografia di sinistra, trasmette un senso più drammatico e teatrale all’immagine.

Ovviamente, la tecnica del Dutch Angle è utilizzata anche nel cinema. Nel video qui sotto, potrai vedere i migliori Angoli Olandesi utilizzati nel film THOR di Taika Waitit.

Questo è solo un assaggio poiché ne parlerò in modo più approfondito nel prossimo paragrafo.

Ora, arriviamo al dubbio amletico: come si fa a capire se l’immagine scattata è un Dutch Angle o è solamente storta?

A proposito, piccolo suggerimento per evitare che la foto o l’inquadratura del tuo video siano storte: quando vai ad inquadrare il soggetto, cerca sempre un punto di riferimento che ti faccia capire se stai inquadrando in modo errato.

In esterna potrebbe essere un lampione, una porta, una finestra o addirittura la strada. In interni invece, potrebbe essere un quadro, la televisione, la finestra o la gamba di un tavolino.

Te lo dico perché non c’è cosa più odiosa che vedere un’inquadratura storta e ti assicuro che nel nostro mestiere capita spesso.

Ora però, continuiamo con il nostro articolo.

Ecco la soluzione:

  • Hai deciso volontariamente di scattare inclinando la macchina fotografica (ma devi saperlo fare). Ossia, non basta inclinare la camera per dare drammaticità all’immagine! Non tutti i soggetti si prestano a questa tecnica, non tutte le luci, non tutte le situazioni. Quindi in primis va detto che questa tecnica va usata dove ha un senso farlo!
  • Hai un valido motivo per inclinare la camera (qui torno alla spiegazione data al punto A)

Dunque, banalizzando, se non hai una buona ragione per scattare con la camera obliqua, significa che la tua fotografia è storta.

A questo punto la domanda è:

“Ehi Francesco, e se volessi creare questo effetto in post-produzione”?

Il mio suggerimento è quello di correggere prima la foto raddrizzandola, e solamente dopo creare l’Angolo Olandese tramite un software per la post-produzione.

Prendiamo ad esempio la mia foto scattata in India.

Per correggere l’immagine, ti basterà andare su Photoshop, selezionare la voce “taglierina” e cliccare su “ruota il riquadro di ritaglio tra orientamento verticale e orizzontale”.

Poi, spostando il mouse sulla foto, potrai scegliere come correggere la foto.

Se ci fai caso, in fondo all’immagine, troverai un numero che indica il grado dell’angolo da te prescelto.

Tienilo bene in mente perché più avanti ne avrai bisogno.

Bene, una volta raddrizzata la foto clicca su “ritaglia” e il gioco è fatto.

Ora hai la tua foto corretta!

Photoshop raddrizzamento e frecce

Ora puoi iniziare a giocare con i gradi. Riprendi la foto, clicca nuovamente sullo strumento “taglierina”, e inizia a giocare con i gradi di inclinazione che vuoi dare alla tua foto.

Infine, clicca su “ritaglia”.

Facile, no?

Secondo la mia personale esperienza ci sono tre tipi di angolazione: l’angolazione leggera, l’angolazione  media e infine l’angolazione olandese marcata.




 Vediamole insieme:

A) ANGOLAZIONE LEGGERA (circa 3 gradi)

Dal momento che questo angolo è molto vicino alla foto dritta, non penso che sia molto funzionale al nostro obiettivo. Al contrario, è possibile che lo spettatore pensi che sia solamente un errore (ricordi la foto storta?) dunque, è da scartare.

B) ANGOLAZIONE MEDIA (circa 10 gradi)

Questi angoli sono abbastanza evidenti da indurre lo spettatore a pensare che sia stato fatto apposta. Questo tipo di angolazione viene usata per accentuare il movimento di una persona che cammina o che corre.

C) ANGOLAZIONE OLANDESE MARCATA (oltre i 10 gradi)

L’angolazione oltre i 10 gradi aggiunge movimento alla fotografia e può dare anche un senso di disagio all’immagine.

Tuttavia, nella fotografia ogni cosa deve avere un senso!

Dunque, non inclinare la foto solamente per il gusto di farlo, ma cerca di capire il perché e soprattutto cosa vuoi raccontare con quell’immagine storta! 😉

Ok, vista la teoria passiamo ora alla pratica e facciamolo con uno dei più grandi fotografi viventi che utilizzano il “Dutch Angle”: Eric Kim. Eric è un fotografo giapponese che vive attualmente a Los Angeles.

Ha viaggiato in tutto il mondo e ha vissuto in città come Parigi, Londra, Firenze, Praga e molte altre. Eric è un amante della fotografia in bianco e nero ed ama la “street photography”.

Oltre alla fotografia, ha un suo blog che ti suggerisco di iniziare a seguire, dove da suggerimenti e consigli pratici per iniziare a fotografare. Nei suoi scatti usa molto gli “Angoli Olandesi” che, a suo dire, riescono a trasmettere un disagio psicologico a chi li guarda.

Ecco due delle sue opere:

Fotografia-1

Fotografia-2

Prima di passare al prossimo paragrafo, ecco una serie di foto che ho scattato con questa tecnica e che ho realizzato durante il mio ultimo viaggio nel Borneo centrale.

Angolo-Olandese3-Francesco-Menghini

Angolo-Olandese2-Francesco-Menghini

Angolo-Olandese1-Francesco-Menghini

2) I “DUTCH ANGLES” NEL CINEMA

Utilizzati da sempre nel cinema, gli “Angoli Olandesi”, o meglio gli “Angoli Tedeschi”, sono un’ottima tecnica utilizzata dai filmmaker di tutto il mondo.

I primi ad utilizzarli furono i registi tedeschi durante la prima guerra mondiale, quando un blocco navale degli alleati impediva l’importazione e l’esportazione dei film della Germania negli Stati Uniti.

A differenza di Hollywood, che iniziò a realizzare pellicole dove veniva utilizzato l’happy end, l’industria cinematografica tedesca faceva parte di un movimento espressionista che cercava di digerire e scacciare la follia della guerra.

Uno dei primi filmmaker della storia ad utilizzare i Deutsch Angle è stato Robert Wiene e il film di cui sto parlando è il mitico “Il gabinetto del Dottor Caligari” del 1920.




L’angolo Olandese fu utilizzato da registi innovativi come James Whales in “La sposa di Frankenstein” del 1935, Orson Wells con “Citizen Kane” (Quarto Potere) del 1939, Alfred Hitchcock in “Shadow of a doubt” (L’ombra del dubbio) del 1943 e Carol Reed in “Il terzo uomo” del 1949.

Passando ai giorni nostri, molti cineasti hanno fatto uso degli “Angoli Tedeschi”.  Sicuramente è da ricordare “12 monkeys” di Terry Gilliam. Gilliam è un regista che ha utilizzato molto questa tecnica durante la sua carriera cinematografica.

Ecco uno spezzone del film:

Altre pellicole famose sono “Fear & Loathing in Las Vegas” (Paura e delirio a Las Vegas) del 1988, “Batman Begins” del 2005, “Slum Dog Millionaire” (The millionaire) del 2008 e “Start Trek: Final Stand” del 2010.

Con questo ho davvero finito.

Ora tocca a te!

Mi piacerebbe molto ascoltare la tua esperienza e se hai mai utilizzato la tecnica del “Dutch Angle”, non esitare a scrivermi nei commenti.

Un abbraccio e buon lavoro!
Francesco


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One Comment on ““DUTCH ANGLES” O “ANGOLI OLANDESI”: COSA SONO E COME UTILIZZARLI

Francesco
12 Maggio 2022 a 14:22

Non sono un fotografo, ma è curioso come abbia scoperto il termine “angoli tedeschi” da un analisi del manga di Dragon ball e non da un canale di cinema e/o fotografia.

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