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19 Agosto 2023

LA FOTOGRAFIA INTESA COME POESIA VISIVA

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Vista da una prospettiva distante, la poesia e la fotografia potrebbero apparire come strumenti completamente distinti. Mentre la prima si occupa della sfera delle parole scritte, la seconda dà vita ad immagini visive tangibili.

Tuttavia, in realtà, la poesia e la fotografia condividono una serie di aspetti più profondi di quanto comunemente si possa immaginare.

L’etimologia stessa della parola poesia ci svela un legame: essa deriva dal termine greco ποίησις (poiesis), che significa creazione. Ma per forgiare una poesia, oltre alla padronanza del linguaggio narrativo, occorre possedere anche una comprensione del linguaggio visivo.

Questo concetto si sposa perfettamente con il mondo della fotografia.

La luce e lo spazio emergono come fattori fondamentali in entrambe queste forme d’arte. L’esplorazione approfondita di tali attributi condivisi non solo arricchirà la tua pratica visiva, ma ti trasformerà in un artista in grado di creare poesia…

…non tramite parole, bensì tramite immagini!

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Osservando da vicino, emergono ulteriori legami tra queste due espressioni artistiche.

Come il poeta sceglie con cura ogni parola per suscitare emozioni e creare delle immagini mentali nella mente del lettore, così il fotografo seleziona con attenzione ogni inquadratura e regolazione tecnica per trasmettere un messaggio visivo profondo e coinvolgente.

Nel mondo della poesia, le metafore e le similitudini agiscono come strumenti per evocare immagini nella mente dei lettori. Analogamente, nella fotografia, l’uso sapiente della composizione e delle prospettive può trasformare una scena comune in una rappresentazione straordinaria.

Entrambe le forme d’arte richiedono uno sguardo sensibile alle sfumature e alle emozioni.

Così come il poeta coglie le sfumature del linguaggio per creare un ritmo e un significato unico, il fotografo cattura le sfumature di luce ed ombra per dare vita a una storia visiva avvincente.

La poesia e la fotografia, nonostante le loro differenze apparenti, si rivelano come mezzi complementari per esplorare e comunicare il mondo che ci circonda.

Quando abbracci entrambi gli approcci, ti trasformi in un artista poliedrico, capace di tradurre sentimenti ed esperienze in forme espressive che vanno oltre le limitazioni di parole o immagini da sole.

In definitiva, sia attraverso la poesia che attraverso la fotografia, puoi divenire un narratore e un interprete appassionato del mondo, donando nuova vita a ciò che osservi e svelando la bellezza nascosta nelle pieghe dell’esistenza.

Jack Kerouac, autore di romanzi famosi come On the road o I vagabondi del Dharma, era anche un appassionato scrittore di Haiku, uno stile di poesia proveniente dal Giappone, formato da soli tre versi e composto in totale da 17 sillabe (more).

Alcuni esempi di Haiku di Kerouac sono:

  • No telegram today
    only more leaves
    fell. (Nessun telegramma oggi
    sono cadute solo
    altre foglie)
  • Following each other
    my cats stop
    when it thunders. (Rincorrendosi
    i miei gatti si fermano
    quando tuona)
  • The moon had
    a cat’s mustache
    for a second. (La luna ha avuto
    i baffi di un gatto
    per un secondo)

Kerouack affermava che l’Haiku, per poter funzionare, “deve essere molto semplice e libero da ogni inganno poetico. L’Haiku deve saper creare, nella mente di chi lo legge, una piccola immagine…”

Questa sua affermazione paragona l’Haiku alla fotografia.

L’Haiku, infatti, essendo una poesia di soli tre versi, deve saper concentrare tutte le informazioni in poche parole. Questo approccio, a mio avviso, non è dissimile dalla fotografia che deve, per sua natura, saper enfatizzare il suo messaggio.

Orazio, invece, affermava che l’immagine è una poesia senza parole. Nel mondo di oggi, invece, è la fotografia ad essere una poesia senza parole. E chi la crea, può essere considerato come un poeta.

Del resto, la parola fotografia significa dipingere con la luce. Mi piace pensare di essere un pittore del XXI° secolo, preso in prestito dalla poesia. 😉

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