LA GUIDA QUASI-DEFINITIVA SULLA COMPOSIZIONE FOTOGRAFICA

Ogni grande fotografia è composta da tre elementi chiave: la composizione, l’illuminazione, e ovviamente, l’attimo in cui viene scattata.
Prova tu stesso…
Vai sul web, digita il nome di un fotografo che ami particolarmente, seleziona una fotografia, e osservala. Quale dei tre elementi chiave ti è rimasto più impresso?
Quasi certamente la composizione.
È la prima cosa che colpisce perché una foto non composta correttamente potrebbe rendere noioso un soggetto fantastico, ma una composizione ben fatta ha il potere di trasformare una situazione ordinaria in qualcosa di straordinario.
Questo è il motivo per cui la composizione è la caratteristica più importante di una fotografia.
Composizione significa letteralmente mettere insieme, quindi quando pensi a come comporre un’immagine, devi pensare agli elementi visivi che metterai insieme nella tua foto.
In questo articolo scoprirai tutto quello che c’è da sapere sulla composizione. Come sempre però, una volta approfondita la teoria, toccherà a te metterla in pratica.
Testare infatti, rimane la parola d’ordine! Studiando impari e sperimentando comprendi.
Fatta questa premessa, partiamo!
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- L’occhio al centro dell’immagine
- La regola dei terzi
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- I 7 errori più comuni quando si fotografa e come evitarli
LA GUIDA QUASI-DEFINITIVA SULLA
COMPOSIZIONE FOTOGRAFICA

Detto questo, torniamo a noi. Per poter affrontare l’argomento composizione è necessario comprendere il significato di tensione visiva.
Quindi partiamo da una domanda: come risponde il cervello umano alle informazioni visive?
Capiamolo in modo semplice.
Pensa alla tua mente come un grande archivio che raccoglie ed elabora le informazioni. Davanti ad un’immagine la compone, interpreta e legge a seconda di come tu la percepisci.
Quando guardiamo una foto per la prima volta infatti, il nostro cervello elabora istintivamente quelle informazioni visive per mostrarcene il quadro più ampio possibile.
Senza questa elaborazione del nostro cervello non sarebbe possibile catturare ciò che i nostri occhi vedono.
In poche parole, gli occhi vedono ciò che la mente sa.
Quando guardiamo un’immagine, la nostra mente seleziona automaticamente le caratteristiche principali e le trasmette alla nostra visione del mondo.
Il cervello è anche il responsabile di come ci sentiamo quando guardiamo un’immagine. Senza di esso infatti, non saremmo emotivamente commossi da nessuna fotografia.
Per fare in modo che una foto non venga guardata in modo approssimativo, ma riesca a trasmettere un messaggio, è necessario caricarla di tensione visiva.
Come? Attraendo l’attenzione dello spettatore, in modo che dedichi più tempo allo studio dell’immagine.
La chiave è trovare un adeguato equilibrio nella composizione. Con la giusta quantità di dettagli contenuti nell’immagine e con la loro corretta composizione, il tuo pubblico riconoscerà che l’immagine c’è e vorrà quindi dargli un significato.
Ma quali sono questi dettagli?
E come mettere in pratica la tensione visiva?
Di seguito ho elencato quelli che per me sono i principali elementi di una composizione fotografica.
In realtà ne esistono tantissimi ma qui troverai quelli che io ritengo fondamentali dopo una lunga carriera come filmmaker/fotografo.
Le tecniche di composizione prese in considerazione in questo articolo sono:
- La regola dei terzi
- L’occhio al centro dell’immagine
- La sezione aurea e la spirale di Fibonacci
- L’equilibrio nella fotografia (formale e informale)
- Le linee guida
- Il punto di vista
1) REGOLA DEI TERZI
La regola dei terzi è una delle tecniche fotografiche più utilizzate da professionisti e non.
È un concetto molto importante da apprendere perché può essere utilizzato in tutti i tipi di fotografia ed è finalizzato a realizzare immagini più coinvolgenti e bilanciate.
Ma andiamo per gradi.
La regola dei terzi è semplice.
Basta dividere la foto in 9 rettangoli uguali, 3 in orizzontale × 3 in verticale, come illustrato nella foto qui sotto.
Ad oggi, molti produttori di fotocamere hanno incluso la possibilità di visualizzare questa griglia direttamente sulla camera. Controlla il manuale per vedere come attivare la funzione!
L’idea è quella di posizionare il soggetto principale lungo le intersezioni della griglia.
Potrebbe essere necessario spostarsi per ottenere la composizione migliore. Ma questo ti costringerà a pensare con più attenzione allo scatto, ed è una buona abitudine per capire se stai usando la regola dei terzi o no.
Facciamo un altro esempio…
Negli scatti dove vengono inclusi i paesaggi è comune posizionare l’orizzonte lungo il centro dell’inquadratura, ma questo può dare alla foto una sensazione di spaccatura in due.
Prova invece a posizionarlo lungo una delle linee orizzontali, come nell’immagine qui sotto.
L’inquadratura non risulta più piacevole?
In questa foto poi, la regola dei terzi viene messa in pratica per ben due volte: la prima è appunto nel posizionamento della linea d’orizzonte che è più in basso rispetto al centro dell’immagine; la seconda è quella del soggetto, che non è posto in modo centrale ma a sinistra sulla linea verticale della griglia.
Che dire? Una foto composta perfettamente!
Ma qual è il punto migliore dove posizionare il nostro soggetto/oggetto? Quando l’immagine ha un unico soggetto, la posizione più forte è senza dubbio quella di sinistra (guarda la foto qui sopra).
Quando l’immagine ha invece più soggetti, c’è una gerarchia da rispettare. Il soggetto in primo piano infatti, avrà naturalmente più forza del soggetto sullo sfondo. Tuttavia, la regola del terzi può enfatizzare o ridurre questa forza.
Quando ci sono soggetti multipli invece, il punto in basso a destra è il più forte mentre quello in alto a sinistra è il più debole.
Guarda attentamente la foto qui sotto e trai le tue conclusioni!
Tuttavia, come per tutte le regole, anche la regola dei terzi ha le sue eccezioni.
Molte volte infatti, posizionare il soggetto al centro della foto, risulta più efficace che posizionarlo sulle linee di intersezione della griglia. O magari, posizionare soggetti multipli in alto a sinistra risulta più efficace che posizionarli in basso a destra.
Spetta a te, al tuo occhio e alla tua sensibilità fotografica scegliere come comporre l’immagine a seconda del soggetto e di altre variabili, come ad esempio la luce!
Ricordi? Testare è la parola d’ordine!
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2) L’OCCHIO AL CENTRO DELL’IMMAGINE
Un modo molto semplice per realizzare degli ottimi ritratti è quello di posizionare l’occhio del soggetto al centro dell’inquadratura.
Questa tecnica, utilizzata da moltissimi fotografi e pittori, rende le immagini più forti e visivamente più accattivanti.
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3) LA SEZIONE AUREA & LA SPIRALE DI FIBONACCI
Nel paragrafo precedente abbiamo visto che la regola dei terzi è una tecnica fotografica da utilizzare per comporre delle immagini perfette.
Facciamo un piccolo ripasso.
Nella foto qui sotto, viene mostrata la regola dei terzi su uno sfondo bianco.
La griglia viene anche utilizzata per assicurarsi che gli orizzonti siano dritti e che i soggetti siano distanziati in modo uniforme su tutto il fotogramma.
Se stai però cercando un modo per attirare maggiormente l’attenzione sugli elementi cruciali della tua composizione fotografica, il rapporto di Fibonacci o la sezione aurea offre una tecnica mirata ad indirizzare l’occhio dello spettatore verso le parti critiche della tua immagine.
Ma cos’è la sezione aurea?
Cerco di spiegartelo in modo semplice.
Il “Golden Ratio” è un numero speciale approssimativamente uguale a 1.618.
Si ottiene dividendo una linea in due parti in modo che la parte più lunga (a) divisa per la parte più piccola (b) sia uguale all’intera lunghezza (a + b) divisa per la parte più lunga (a).
a + b sta ad a come a è b .
Dall’immagine qui sotto risulterà tutto chiaro!
Puoi trovare la stessa proporzione nella sequenza di Fibonacci.
I numeri di questa sequenza sono: 0, 1, 1, 2, 3, 5, 8, 13, 21, 34, 55, 89, 144, 233, 377, 610, 987, … ecc.
Più i numeri crescono, più il rapporto tra loro diventa vicino al Golden Ratio (1.618 ..).
Ad esempio 21: 13 = 1,615 è abbastanza vicino al numero d’oro, ma 144: 89 = 1,617 si avvicina ancora di più!
Lasciamo per un attimo i numeri, e concentriamoci sul loro legame con l’immagine.
Se questo rapporto venisse applicato alla fotografia infatti, potrebbe produrre composizioni esteticamente gradevoli che possono essere dei veri magneti per lo spettatore.
Se trasformi il Rapporto Fibonacci per quattro volte in una griglia, ottieni una griglia simile a quella della regola dei terzi.
Tuttavia, se controlli più in dettaglio, potrai notare che la griglia non è divisa esattamente in tre parti.
Invece di una griglia 1 + 1 + 1 = frame, ottieni una griglia 1 + 618 + 1 = frame.
Passiamo alla pratica.
Nella foto qui sotto le linee blu sono quelle della regola dei terzi che ormai conosciamo molto bene.
Le linee nere invece, sono quelle relative al “rapporto Fibonacci”.
Come puoi notare, le linee orizzontali posizionate al centro dell’immagine, sono leggermente più strette.
In fotografia, questa griglia viene denominata “PHI GRID”.
Ora facciamo un gioco. Proviamo ad inserire all’interno di questa nuova griglia (le linee nere) una spirale (spirale di Fibonacci).
Verrebbe esattamente in questo modo.
Come puoi notare, in questa foto sono andato a scomodare il software per la post-produzione fotografica più famoso del mondo.
Se infatti vuoi controllare la sezione aurea della tua foto su Photoshop, hai uno strumento che ti sarà molto utile.
Innanzitutto vai sulla barra degli strumenti e clicca su “Taglierina”.
A questo punto, nella barra superiore dello strumento, noterai diverse voci tra cui quella che interessa a noi “Regola terzi”.
Cliccandoci sopra, ti si aprirà un menu a tendina con le seguenti voci:
– regola terzi
– griglia
– diagonale
– triangolo
– sezione aurea
– spirale aurea
Clicca sull’ultima voce e il gioco è fatto.
Dunque, se crei un rettangolo con proporzioni di 1: 1.618 (chiamato rettangolo dorato) e lo affetti in rettangoli dorati progressivamente più piccoli, ti ritroverai con qualcosa che probabilmente ti ricorda un guscio di lumaca, chiamato appunto spirale dorata.
Proviamo ora ad inserire un’immagine all’interno della nuova griglia con la spirale di Fibonacci.
Come puoi notare, la foto è stata scattata rispettando le proporzioni date dalla spirale di Fibonacci.
Una foto esteticamente gradevole che riesce a trasmettere allo spettatore un primo fondamentale elemento: armonia!
4) L’EQUILIBRIO NELLA FOTOGRAFIA
Nei precedenti paragrafi abbiamo studiato la regola dei terzi, la sezione aurea e la famosa spirale di Fibonacci. Un altro fattore importante della composizione è l’equilibrio.
L’equilibrio è una tecnica compositiva in cui gli elementi all’interno di una foto vengono posizionati in modo che abbiano tutti lo stesso peso visivo. Saper bilanciare efficacemente gli oggetti all’interno di una foto è un’abilità che tutti i fotografi dovrebbero avere.
In fotografia esistono due principali tecniche di equilibrio: quella formale e quella informale.
A) EQUILIBRIO FORMALE
L’equilibrio formale è il cosiddetto bilanciamento simmetrico.
Quello che bisogna fare è inquadrare la scena in modo che uno o più soggetti identici o simili siano contenuti simmetricamente su ciascun lato della foto.
L’immagine qui sotto è un grande esempio di equilibrio formale.
Il gatto è posizionato esattamente al centro dell’inquadratura e se tracciamo una linea verticale al centro della foto, vedremo che gli occhi sono posizionati nello stesso punto dei due lati dell’immagine.
I ritratti infatti, possono trarre grandi benefici dall’uso dell’equilibrio formale. Questo non contraddice la regola dei terzi ma mostra come a seconda dell’immagine, del soggetto e di ciò che vuoi trasmettere puoi utilizzare una tecnica o l’altra.
Questa scelta, che è tua, farà la differenza.
Inquadrare il soggetto al centro del fotogramma può aiutare a togliere qualsiasi distrazione visiva contenuta nello sfondo. Se ti sei avvicinato da poco alla fotografia, il mio suggerimento è quello di cominciare a realizzare ritratti rispettando l’equilibrio formale.
Una volta presa la mano, potrai iniziare a sperimentare l’equilibrio informale!
B) EQUILIBRIO INFORMALE
L’equilibrio informale è una forma meno ovvia di equilibrio, e richiede più attenzione nello scatto. È un concetto non tanto facile da capire perché può essere messo in pratica in diversi modi.
In poche parole, l’equilibrio informale si verifica quando elementi dissimili nel fotogramma si bilanciano a vicenda su ciascun lato.
La dimensione di ogni elemento può essere irrilevante, ma il più delle volte è meglio avere un elemento più grande giustapposto ad un elemento o elementi più piccoli per ottenere una buona composizione.
Guarda ad esempio questa foto.
Qui il peso visivo del bacio tra i due innamorati è bilanciato dal segnale stradale sull’altro lato della fotografia. Una foto ben composta che usa l’equilibrio informale è in genere più attraente da guardare rispetto a una foto formalmente equilibrata.
Forse il modo migliore per imparare l’equilibrio informale è osservare diversi esempi di foto che lo dimostrano in modo efficace.
La foto qui sopra è correttamente bilanciata grazie all’equilibrio informale.
La posizione del windsurf a sinistra del fotogramma è controbilanciata perfettamente dalla nuvola che copre il sole (che è di dimensioni più piccole) in alto a destra.
Se cerchiamo di immaginare questa foto senza uno dei due elementi infatti, la sentiremmo sicuramente sbilanciata.
Ecco un altro esempio di equilibrio informale. Immagina per un attimo la stessa foto senza il gruppo dei monaci tibetani situati sulla sinistra o la ragazza cinese situata sulla destra.
Sarebbe equilibrata? Corretta?
Rifletti per un attimo. Senza uno di questi due elementi l’immagine non comunicherebbe la stessa emozione. Il posizionamento di entrambi gli elementi all’interno del fotogramma fornisce il giusto equilibrio per questa foto.
Prima di concludere questo paragrafo voglio attirare la tua attenzione su una cosa. Se non l’hai notato infatti, ciascuno degli esempi precedenti seguiva la regola dei terzi.
È importante tenerlo a mente quando cerchi di creare foto più belle che utilizzino la tecnica dell’equilibrio informale.
Passiamo ora ad un altro elemento fondamentale per la composizione fotografica.
5) LE LINEE GUIDA
Le linee guida sono delle linee naturali inserite all’interno dell’immagine, che conducono l’osservatore ad un altro punto del fotogramma.
Autostrade, percorsi, pareti, ponti, tutto può essere utilizzato come linea guida.
È molto importante saperle utilizzare poiché possono portare l’attenzione dello spettatore fuori dal frame o addirittura allontanarlo dagli elementi principali.
Una linea guida ben posizionata, abbinata ad un soggetto collocato secondo la regola dei terzi, può produrre una fotografia molto dinamica e professionale.
A) COME UTILIZZARE CORRETTAMENTE LE LINEE GUIDA
Poiché le linee guida attirano l’attenzione dello spettatore lungo i percorsi che creano all’interno dell’immagine, è molto importante inquadrare la scena in modo tale che le linee guidino lo sguardo sulle parti del fotogramma che vuoi vengano notate
Nella foto qui sotto ci sono più linee guida che si intersecano a vicenda: la linea dell’orizzonte, i percorsi dei ponti e delle strade, la linea bianca sotto i ponti, portano l’attenzione dello spettatore lungo più punti dentro e fuori al fotogramma, creando un’esperienza dinamica semplicemente usando la regola dei terzi.
Passiamo ora a un po’ di esempi di linee guida.
Nella foto qui sotto le linee guida assumono un ruolo importantissimo.
La coppia di ragazzi è posizionata esattamente al centro del fotogramma mentre le linee dei palazzi e della strada, conducono l’osservatore verso al centro della foto dunque, ai volti dei due giovani.
Realizzare questa foto non è difficile.
Cerca strade, vicoli, alberi e palazzi che abbiano delle linee e dei punti convergenti molto forti.
Sappi che dovrai muoverti nella scena per posizionare la testa dei due giovani esattamente nel punto convergente delle linee guida.
Amo questa foto… L’ho scattata durante il mio ultimo viaggio in India. Ero a Mumbai, e mentre camminavo, il mio sguardo venne rapito da questo ragazzo che camminava senza una gamba. Dietro di lui, immaginavo e vedevo la strada che aveva percorso, lunghissima, interminabile.
Lasciai immediatamente la corsia su cui camminavo e mi posizionai davanti a lui.
Scattai una decina di foto prima di essere veramente soddisfatto.
Solitamente scatto le mie foto in modo orizzontale. In questo fotogramma però, avevo capito che avrebbe funzionato meglio se avessi messo la camera in modo verticale.
In questo modo infatti avrei enfatizzato le linee principali che andavano dritte dietro di lui. Inoltre, come puoi notare, ho storto volutamente la camera, in modo da poter utilizzare meglio la tecnica degli angoli olandesi!
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6) IL PUNTO DI VISTA
Il punto di vista può cambiare drasticamente il senso di una fotografia. Prendiamo, ad esempio, la foto del bambino e del suo orsacchiotto qui sotto.
Se fosse stata scattata dall’alto, non avrebbe trasmesso quel senso di solitudine e tenerezza che invece l’immagine comunica. Avrebbe schiacciato i due soggetti sul selciato, e come risultato avremmo pensato ad una fotografia non composta correttamente.
Se viceversa, ci fossimo messi al di sotto dei due soggetti, forse avremmo ripreso troppo cielo, e a quel punto, avremmo scartato la fotografia. Ma cos’è il “punto di vista”?
In parole povere, il Point of view o POV, è il punto dal quale si decide di scattare la fotografia. Potremmo, semplicisticamente, definirlo come il punto in cui ti trovi o in cui scegli di posizionarti per imprimere lo scatto.
Ma non solo, è anche l’angolo, la direzione, la posizione che scegli di dare alla macchina per scattare.
Quanto sei distante dal soggetto?
Sei in una posizione più in basso o più in alto rispetto a questo?
E infine, c’è qualcosa o qualcuno collocata o collocato tra te e il soggetto che hai deciso di includere nella foto?
Ogni decisione che prenderai cambierà il risultato della foto. Indipendentemente dal punto di vista che hai scelto mentre scatti la foto, ricorda sempre il potere dell’imprevisto.
Riprendere un soggetto da un’angolazione inaspettata avrà infatti un impatto maggiore rispetto all’angolo di visione riscontrato nella vita di tutti i giorni.
Ricorda sempre: conoscere le regole della composizione farà di te un fotografo professionista ma saperle infrangere farà di te un artista con la macchina fotografica. 😉
Torniamo ora alla foto del bambino con l’orsacchiotto. Come abbiamo già accennato, avremmo potuto scattare questo fotogramma da tre “punti di vista”: dall’alto, dal basso o dal suo stesso livello degli occhi.
Vediamoli insieme:
A) SCATTARE LA FOTO DALLO STESSO LIVELLO DEGLI OCCHI
Scattare un’immagine dallo stesso livello degli occhi del soggetto fotografato, è il modo più rapido per aiutare lo spettatore a connettersi emotivamente con lui.
Quando siamo allo stesso livello degli occhi del nostro soggetto, personifichiamo quel soggetto, anche se non è umano.
Inoltre, questo “punto di vista” aiuta anche a prevenire la distorsione causata dalla prospettiva o dall’angolo del campo.
B) SCATTARE LA FOTO DAL BASSO
Quando si scatta una foto dal basso, si comunica allo spettatore che il soggetto ha il perfetto controllo della situazione.
Il semplice atto di guardare il soggetto può conferire una sensazione di inferiorità, perdita di controllo o la sensazione che il soggetto non sia raggiungibile.
Inoltre, scattare una foto dal basso è uno dei modi più semplici per creare composizioni uniche e potenti.
Offre una prospettiva diversa sul mondo e rende gli scatti più interessanti.
Consente inoltre di superare alcuni problemi di fotografia, come ad esempio gli sfondi che distraggono o gli elementi che danno fastidio alla natura del fotogramma.
Guarda, ad esempio, quest’immagine.
L’ho scattata a Mumbai. Erano circa le 9 di sera e stavo cercando qualcosa da mangiare nei pressi di un mercato nel centro della città. Ad un tratto, un gruppo di bambini, cominciò a strillare per catturare la mia attenzione.
Mi avvicinai, e a quel punto il bambino più vivace prese al collo un suo coetaneo, e guardandomi fisso in camera, cominciò ad imitare un killer con la pistola in mano.
Rimasi sbalordito! Non potevo perdermelo!
Mi inginocchiai e cominciai a scattare: una, due, cinque, dieci, venti scatti in meno di trenta secondi.
Sapevo di avere quello giusto! 😉
C) SCATTARE LA FOTO DALL’ALTO
Scattare una foto dall’alto del soggetto consente allo spettatore di sentirsi superiore al soggetto trasmettendo, a volte, un senso di protezione e fiducia.
Che ne dici di questa foto che ho scattato a Varanasi, in India?
Non trasmette un senso di tenerezza nei confronti dei tre soggetti?
Ok, allora ho raggiunto il mio obiettivo.
Bene, con il punto di vista chiudo questo lungo articolo sulla composizione fotografica.
Come già accennato all’inizio, questo è solo l’inizio.
Infatti, le regole della composizione fotografica sono tantissime e metterle in atto dipende dalla tua sensibilità di fotografo.
Se hai qualche dubbio o incertezza su questo articolo, non esitare a scriverlo nei commenti qui sotto.
Francesco
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Salvatore Vergone
2 Agosto 2019 a 00:00Attualmente sono pensionato, residente a New York ho fatto diversi lavori e poi coinvolto anche nel settore abbiagliamento e il modeling solo adesso mi sono avvicinato alla fotografia ovviamente come hobbista alla eta’ di 72 ma da qualche anno che mi sto interessando a fotografare modelle. Vorrei seriamente imparare il piu’ possibile per essere un buon fotografo, ho un apartamento attrezzato come Speedlight Studio with 4 flash e ho una Nikon D800 con una 24-70 – 2.8 + 50mm 1.4 e altre utiliti
Non ho molto tempo a disposizione ma per quello che mi rimane lo voglio spendere bene per quello che mi piace dedicare il mio tempo alla fotografia. Voglio imparare quando piu’ possibile della fotografia
raf
24 Maggio 2020 a 14:59Grazie per questi preziosi consigli.